Il ministro a capo del dicastero alla cultura è preoccupato. Venerdì scorso in occasione di un convegno a Cogne, Ornaghi ha detto a chiare lettere che il prossimo anno sarà costretto a fare tagli per 50 milioni di euro. Una mazzata che preoccupa non poco anche se Ornaghi tende a rassicurare dicendo che sarà necessario "lavorare di lima su varie voci anche se è più ragionevole razionalizzare le strutture cercando di togliere il meno possibile. Non possiamo accontentarci di dire che si taglia il meno possibile e bisogna fare delle scelte senza commettere gli errori del passato: alcune realtà e alcune questioni sono più rilevanti di altre".
Ha rinnovato l'esortazione per forme di compartecipazione - pubblico privato - senza le quali in questo momento non sarebbe possibile sostenere non solo i costi altissimi di manutenzione, ma anche preservare capolavori a rischio quotidiano di danni e crolli. "Sul Colosseo poteva andare tutto a monte - ha detto Ornaghi - e ho dovuto pregare Della Valle di non togliere 10 milioni di euro. Di fronte a sei o sette strutture che avranno dei finanziamenti ce ne sono 6 o 700 che non avranno nulla. E' quindi necessario coinvolgere i privati, sempre mantenendo la regia pubblica". "Se vogliamo che lo Stato sia forte - ha concluso - non possiamo caricarlo come era prima. Dalla crisi si esce con l'innovazione culturale. La politica italiana deve trovare la forza di cambiare. Lo slancio culturale non può essere lasciato solo allo Stato".