Giovane chitarrista romano, Claudio Leone ha studiato negli Stati Uniti, precisamente a Boston dove ha fatto esperienze di sideman e dove ha conosciuto i musicisti che suonano con lui in questo suo primo album da leader.
Negli otto brani che compongono il disco, tutti originali ad eccezione di “Shape of my heart “ di Sting, Leone dà un saggio della sua capacità di sintetizzare con una voce personale influenze diverse, innanzitutto quelle che vengono dalla tradizione del suo strumento, da un “classico” come Jim Hall a uno “sperimentatore” come Pat Metheny.
Ne risulta un ritratto del musicista da giovane, un romanzo di formazione in musica, sicuro nel risultato e composito nelle evocazioni e nei generi (dalla fusion al rock, dal blues al bop), dove la chitarra è messa al servizio non di se stessa e del demone tentatore del virtuosismo ma dell’espressività, la sola arma che può preservare la musica, anche quando è musica d’improvvisazione, come spesso lo è il jazz, dal rischio dell’autoreferenzialità.
Per un giovane al suo primo album, questo rischio è sempre dietro l’angolo. Molti, al primo appuntamento, vogliono strafare, dimostrare che ci sanno fare, gridare al mondo che ci sono. Ma Leone, nell’ostentazione egocentrica, non ci casca. Non vuole sorprendere con effetti speciali, con l’artificio, ma accogliere e coinvolgere con l’ispirazione.
“People & Places” è un disco che sa di vissuto, di esperienza, di autenticità, di atmosfera, di misura, e ci sono brani, come “The Winter in Boston”, che meritano di essere ascoltati più e più volte.
Claudio Leone
People &Places
Zone di musica 2013
C.Leone, guitar; C.Lyons,alto saxophone; C.Li, acoustic e electric piano; H.Younghoo Kim, upright bass; A.Spampinato, drums.
1.Alligator Dance;2.Minerva’s owl filies at dusk;3. The Winter in Boston; 4.Dave e Jerry;5.Shape of my heart;6.Hic sunt leones;7.Gli occhi di Letizia;8. Hic sunt leones(alternate take).